giovedì 12 gennaio 2012

E li chiamano "onorevoli".... ma sono il disonore per l'Italia

"... E hanno applaudito, alla fine. Hanno applaudito se stessi, hanno applaudito il fatto di essere ostaggio di un ex premier ancora capace di irridere la giustizia, come avevano fatto votando la balla su Ruby. Hanno applaudito la propria impunibilità, hanno applaudito il proprio essere al di sopra della legge, hanno applaudito 17 anni di insulti ai giudici e quarant’anni di rapporti torbidi del loro capo con la malavita organizzata.
Hanno applaudito alla morte della speranza che qualcosa stesse cambiando in questo Paese."
Lo ha scritto Alessandro Gilioli nel suo blog e io non posso che concordare con lui, con infinita amarezza, a commento del fatto che il Parlamento ha votato contro la richiesta di arresto di Nicola Cosentino, accusato di connivenze con la camorra, ma "salvato" e festeggiato dai suoi colleghi del Pdl come fosse un eroe senza macchia.  A questo è ridotto il nostro Parlamento.

Giornata nera questa, del 12 gennaio 2012, anche perché la Consulta,  massimo organo di controllo di legittimità costituzionale,  ha bocciato, giudicandoli "inammissibili" i due quesiti referendari che  chiedevano l'abolizione della attuale legge elettorale "porcellum". Referendum richiesto da un milione e duecentomila cittadini italiani.

Non so a quale cavillo giuridico  l'autorevole (si fa per dire...) consesso di giuristi si sia attaccato per negare questa prova di democrazia al popolo italiano; ma  pesa come un macigno questa dimostrazione  di sordità  e chiusura delle istituzioni alle richieste di giustizia e al bisogno di poter ancora contare qualcosa come cittadini in questo Paese,  ridotto a ostaggio  della malavita e della malapolitica.

E speriamo che almeno per qualche giorno il Capo dello Stato ci risparmi  prediche e moniti e inviti alla "coesione" e al "volemose bene" chiudendo occhi e orecchi su tutto.
Non va niente bene, fin che avremo questa gente in Parlamento e queste influenze nefaste e oscure che sono infiltrate in ogni organismo dello Stato e tengono prigioniero pure questo governo di professori i quali, indipendentemente dalla loro buona volontà e capacità,  non possono che essere forti con i deboli (i cittadini onesti e indifesi) e deboli con i forti (le cricche dei corrotti, le caste dei privilegiati organizzati, le cosche malavitose e l'esercito di  "ominicchi e quaraquaquà"  che li sostengono).