venerdì 10 giugno 2011

Referendum abrogativi: 4 SI' per dire no a leggi ambigue e sbagliate

Finora se ne era parlato poco, ma ora ne parlano tutti  e gli appelli al voto (e al non voto da parte dei filogovernativi) si moltiplicano, perchè sarà difficile raggiungere il "quorum" del 50% più uno di votanti, rispetto agli aventi diritto al voto, necessario perchè la consultazione sia valida.
Percentuale che in cifra assoluta corrisponde a oltre 25 milioni e 334 mila votanti. E scusate se è poco....
Considerato  che la perfezione non è di questo mondo, e che tutte le scelte comportano sempre un margine di errore e conseguenze negative, si sa che la vita reale non  ci permette che di scegliere il male minore. Pertanto  io mi sono convinta della necessità di votare 4 SI'  ai 4 quesiti  posti, per la grande importanza che ognuno di essi comporta  per il nostro presente e il futuro nostro e di figli e nipoti.
Le argomentazioni  sono troppo complesse perchè possano essere esaurientemente spiegate in un blog. Ma ci si può informare altrove. Ad esempio:

Rimando a Tommaso Fattori, “Impero Spa: i mercanti d’acqua“, 2008 disponibile all’indirizzo http://www.perunaltracitta.org/images/quaderni/fattori.pdf
http://temi.repubblica.it/micromega-online/unaltra-energia-e-possibile/
 

Mi limito quindi ad una serie di  battute stringate.

SCHEDA DI COLORE ROSSO Privatizzazione dei servizi di fornitura dell’acqua
Il primo referendum sull’acqua si intitola: «Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica».
Il quesito, molto complesso nella formulazione, mira ad abrogare l’art. 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», a più riprese modificato da provvedimenti del 2009.
Voto SI perchè sono  contraria alla privatizzazione di un servizio essenziale  come la  fornitura dell’acqua, la cui gestione è stata messa nelle mani dei privati dalla legge Ronchi, con disposizioni che renderanno di fatto obbligata la cessione  alla fine di quest'anno.  E' vero che la gestione pubblica dei servizi non è di per sè garanzia di certezza di una buona gestione, ma è comunque soggetta a meccanismi di controllo  pubblico democratico da parte dei cittadini e dei loro rappresentanti, tale da  consentire una correzione di rotta quando necessaria. La gestione privata non può che essere soggetta solo alle ragioni del mercato e alle esigenze di profitto per chi deve fare onerosi investimenti.
L'acqua non può essere considerata una "merce" qualsiasi.

 - SCHEDA DI COLORE GIALLO Privatizzazione dei servizi di fornitura dell’acqua

Determinazione delle tariffe del servizio idrico
L’altro referendum sull’acqua s’intitola: «Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito».
Questo il quesito: «Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?»
«La parte di normativa che si chiede di abrogare— afferma il comitato promotore— è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio».
Voto SI all'abrogazione perchè  le condizioni suddette rendono più appetibile per i privati l’ingresso in questo settore, senza però ottenere in cambio alcuna garanzia per il miglioramento del servizio  e per il contenimento delle tariffe.
- SCHEDA GRIGIA Nucleare
Il titolo del referendum sul nucleare, riformulato dalla Corte di Cassazione alla luce delle norme introdotte con il decreto Omnibus, sarà: «Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare». Il testo del quesito dice: «Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?»
Voto SI per impedire che possano essere progettate, localizzate e realizzate in futuro nuove centrali nucleari sul territorio italiano. Il piano italiano prevede attualmente 8 nuovi reattori in quattro nuove centrali. Tra le ragioni  ci sono gli alti costi, i tempi lunghi di costruzione  che fanno sì che quando una centrale fosse pronta sarebbe già obsoleta e superata; l'impossibilità di smaltimento delle scorie radioattive che restano "attive" per secoli, le insufficienti garanzie di sicurezza della tecnologia, la possibilità di incidenti  anche in considerazione della forte sismicità del territorio italiano, i danni irreversibili provocati dalle radiazioni sull'uomo e sull'ambiente in caso di incidenti. Gli elevatissimi finanziamenti necessari, potrebbero invece essere utilizzati per realizzare un piano energetico alternativo basato sulle energie rinnovabili, come hanno già deciso di fare Germania e Svizzera, che dopo l’incidente alla centrale giapponese di Fukushima hanno rinunciato per sempre al nucleare.
 La "moratoria " di due anni decretata recentemente dal Governo è solo un rinvio del Piano di costruzione che potrebbe  essere  essere ripreso allo scadere della moratoria.
Serve quindi una precisa presa di posizione e dichiarata opposizione da parte dei cittadini
SCHEDA VERDE Legittimo impedimento
Il referendum si intitola: «Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale».
Il quesito dice: «Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante "Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza"?»

Voto all'abrogazione delle norme in oggetto perchè voglio esprimere la mia contrarietà a che un capo di governo o un ministro possano sfuggire ai processi per reati comuni che li riguardano, in base a norme che creano un ingiusto privilegio e che sono in contrasto con il principio costituzionale (art. 3) della legge è uguale per tutti.
 C'è chi fa rilevare  che  tali norme decadranno comunque fra 4 mesi.
Non importa. Anche per questo quesito è bene che i cittadini esprimano la loro contrarietà a questi reiterati tentativi di leggi ad personam mirate solo a garantire l'impunità all'attuale presidente del Consiglio
  NB. Berlusconi si è fatto in quattro prima per impedire che i referendum si facessero, poi per svuotarli del contenuto con  leggine -rattoppo dell'ultima ora.
  Ora  dice che sono "inutili". Se fosse vero, perchè allora darsi tanto da fare  per evitare che si raggiunga il quorum e siano validi?


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