domenica 6 febbraio 2011

Al Palasharp di Milano io c'ero, per una protesta civile


C'ero anch'io tra quelle  diecimila e forse più  persone che hanno riempito il Palasharp di  Milano ieri, sabato 5 febbraio, per dire al nostro capo del Governo: "Dimettiti". Persone di ogni età e condizione professionale ed economica, da De Benedetti al più modesto dei precari, uomini e donne, anziani e giovani. Persone con la P maiuscola che hanno voluto dare testimonianza del loro sentimento, per difendere il loro onore e la loro dignità di cittadini  italiani calpestata e infangata da Berlusconi e dai suoi cortigiani.  La manifestazione è stata convincente, partecipata, per tanti aspetti esaltante. Gli organizzatori,  dirigenti dell'associazione "Libertà e Giustizia" e tutti gli autorevoli esponenti del mondo della cultura che sono saliti sul palco per esprimere il loro pensiero hanno dimostrato di essere mille volte più degni di ricoprire anche cariche politiche e istituzionali, e di essere molto migliori degli attuali governanti.  Mentre li ascoltavo pensavo che  l'alternativa al berlusconismo c'è, eccome, nella società civile. Se i partiti lo capissero!!!

Mentre si ritornava a Bologna su uno dei tre pullman riempiti dal Circolo locale, di LeG, ho ascoltato anche con interesse il racconto delle esperienze personali dei tanti giovani intervenuti; giovani motivati e preparati, anche se proiettati verso un futuro non proprio roseo di certezze.
Ma ho provato anche tanta tristezza a pensare che questa non era certo la prima manifestazione a cui avevo partecipato. Avevo  cominciato con un primo viaggio a Napoli nel 1994 per sostenere la candidatura di Romano Prodi  e il nascente primo Ulivo.
Poi sono stata a Roma  3 o 4 volte, in occasioni diverse. L'ultima volta è stata nel 2002 a Milano, nello stesso  edificio, che allora si chiamava Palavobis, per manifestare "per la legalità" e per  ribadire la difesa delle "mani pulite"  minacciate  ancora da Berlusconi  tornato al governo  dopo la sconfitta del centrosinistra e dell'Ulivo suicidato per implosione.
Di tutte quelle manifestazioni ho il ricordo di migliaia di persone  animate dallo stesso sentimento, dalla volontà  di contare, di farsi sentire,  di esprimere la forte  attesa di giustizia, di pulizia morale da parte di chi ci governava.
Ricordo l'entusiasmo e la soddisfazione di trovarci uniti in tanti. Ma ricordo anche la delusione di vedere poi subito dopo  vanificate le nostre speranze.
E quindi ieri al ritorno non potevo fare a meno di pensare che anche stavolta sarebbe andata così. Se dopo tanto manifestare ci si ritrova dopo 17 anni  ancora con Berlusconi e Bossi che malgovernano l'Italia, con ministri come Calderoli e la Carfagna, e con un capo di governo che nonostante tutte le denunce che gravano su di lui e gli scandali emersi negli ultimi tempi non se ne vuol andare.
E' evidente che chi ha in mano le leve del potere non le molla, e si fa beffe del nostro manifestare pacifico e civile. Se non incontra sulla sua strada una forza organizzata ed efficace capace  di contrapporsi e toglierle di mano queste leve.

Triste è stato anche leggere stamattina i commenti di alcuni  lettori berlusconiani sotto un articolo del Messaggero online, che riferiva  della manifestazione di Milano (Corriere e Quotidiano.Net avevano prudentemente  evitato di aprire i forum sotto i relativi articoli). Commenti delle sparute ma ostinate pattuglie di tifosi  che su ogni forum sono sempre pronti  a denigrare e ridicolizzare qualunque fatto  o persona  si opponga al loro idolo o padrone, con battute e slogan da bar sport più che con argomenti seri. Stile "Libero" del maestro Feltri insomma.
Esempi? Chi sfotteva  i relatori come fossero  fannulloni  buoni solo a parlare (probabilmente senza aver mai letto una riga su di loro),  chi   sottolineava che 11.000 persone che manifestavano contro Berlusconi non erano nulla in confronto ai milioni di italiani che l'hanno votato, chi chiedeva sarcasticamente quanto aveva preteso Saviano di cachet per partecipare.

- So che è tempo perso, ma a questi fan di Berlusconi  vorrei chiedere: credete  davvero  che  un costituzionalista come  Gustavo Zagrebelski  non potrebbe sostituire più degnamente ministri come  Gasparri o Bossi? Preferite  davvero Calderoli , autore di riforme "porcata",  a Saviano? Pensate che la Santanchè sia più degna di rappresentare le donne italiane di Sandra Bonsanti? Non sarebbe meglio la Lorella Zanardo della Mara Carfagna ? Pensate che Umberto Eco non possa reggere il confronto con Sandro Bondi per difendere la cultura italiana? E vi sembrano proprio indegne persone come la costituzionalista Lorenza Carlassare, Salvatore Veca, Maurizio Pollini, Giovanni Bachelet, Paul Ginsborg, la Susanna Camusso, leader del maggior sindacato italiano? E mi fermo qui perchè  la farei troppo lunga a citarei tutti gli intervenuti. E questa che ho visto ieri è solo una parte della società civile  che non ci farebbe vergognare di fronte a noi stessi e di fronte al mondo.

- A chi si attacca ad argomentazioni meschine e insussistenti, come il presunto cachet dato a Saviano
per partecipare alla manifestazione di Milano, e a chi ironizza persino sulle origini borghesi del pianista Maurizio Pollini (è reato?), vorrei suggerire di indagare prima su quale cachet in denaro o altro benefit è stato pagato o promesso ai cosiddetti "responsabili" parlamentari che dalla sera alla mattina si sono convinti ad accorrere in soccorso di Berlusconi, cambiando fronte politico. E se si è chiesto da dove viene, se è stato onestamente guadagnato e ben speso il fiume di danaro che il signor Berlusconi può permettersi di elargire a mano libera a dozzine di fanciulle scollacciate e "bisognose", a Lele Mora e Emilio Fede. Considerando poi che paghiamo comunque noi stipendi e benefit a lui, ai suoi avvocati, alle ministre, sottosegretarie e consigliere regionali di sua diretta nomina, alle scorte, ai portavoce, a tutto lo staff di persone e mezzi a sua disposizione. Compreso il ricco stipendio di dirigenti e responsabili di RAI 1 e Rai 2 che fanno i salti mortali per nascondere fatti sgraditi e incensare il premier ogni giorno a getto continuo. A questi fan , non si sa se per convinzione o per convenienza, da fastidio il denaro guadagnato onestamente da chi sta all'opposizione e ignora il vorticoso giro di denaro derivato dalla corruzione delle cricche che sostengono questo malandato "idolo"; eletto, sì, ma che ha tradito tutte le sue promesse e si è rivelato indegno della carica che ricopre. I governi, pur democraticamente eletti, si possono altrettanto democraticamente cambiare. Basta volere.

- A chi vuol sminuire il valore delle 10.000 persone, e forse più,  presenti ieri al Palasharp di Milano,
fermandosi ad una valutazione meramente numerica, ricordo che era stata organizzata in pochi giorni e con pochi volontari da una piccola associazione come "Libertà e Giustizia " senza l'appoggio di nessun partito o altra organizzazione. Quei 10.000 rappresentavano come minimo i 100.000 che avevano firmato online l'appello "Dimettiti", indipendentemente dall'appello analogo del PD. Si sa che alle manifestazioni partecipa solo una minoranza di persone, per le obiettive difficoltà logistiche di spostamento o anche per una ritrosia determinata spesso dalla errata convinzione che "non servono", perchè "tanto noi cittadini non contiamo niente". A questi bisognerebbe ricordare che in tante occasioni sono state proprio le minoranze più illuminate e coraggiose a fare la storia, leggi il Risorgimento e la Resistenza. In ogni caso, una manifestazione pubblica civilmente condotta vale come testimonianza e come stimolo, per il significato e il contenuto delle sue argomentazioni e per il prestigio delle persone che intervengono. Prestigio conquistato nell'eccellenza raggiunta nelle loro professioni a prezzo di lunghi studi, sacrifici, e duro lavoro. Altro che fannulloni! Farebbe bene a tutti per lo meno ascoltarli anche gli elettori del cendrodestra, invece di respingerli a priori con disprezzo.
-- Infine, concludo dicendo che, per far sì che anche stavolta non risulti tutto inutile, bisognerebbe riuscire a realizzare un mobilitazione continua e permanente, con una miriade di iniziative sparse su tutto il territorio italiano, attuate da gruppi spontanei o associazioni, magari coordinandosi e alternandosi, e aiutandosi reciprocamente per  sostenere lo sforzo  nel tempo e riuscire a conciliare la militanza politica con i propri altri impegni. Utile può essere la presenza su forum e siti di giornali, partiti, uomini politici, per bersagliarli con le nostre opinioni, critiche, proposte. E anche si può "mettere all'asta" il proprio voto, non nelle maniera clientelare  e utilitaristica personale denunciata da Saviano. Ma  darlo al miglior offerente che dia garanzia di onestà, capacità e coerenza per il bene del Paese tutto (e quindi anche per ognuno di noi)
Visto il trasformismo acrobatico di Berlusconi, che ingaggia chiunque pur di mantenere una risicata maggioranza (da Scilipoti e Calearo a Storace, e forse a Pannella), vista la lentezza e l'incapacità delle opposizioni di mettersi d'accordo per trovare una strategia comune, magari affidandosi ad un leader esterno super partes, bisogna che la "rivolta" culturale e politica venga dal basso, contro questo governo, e anche contro le dirigenze dei partiti, di maggioranza e di minoranza, che non riescono o non vogliono porre fine a questa situazione penosa per l'Italia.








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