venerdì 14 gennaio 2011

Il relativismo dei titoli, e dell'informazione

Stamattina mi sono "divertita" (si fa per dire) ad annotare i titoli dei giornali in stampa, di qualcuno online e  di qualche telegiornale a proposito della notizia del giorno ( o meglio della mattina, perchè al pomeriggio ce n'è stata un' altra, vedi l'imputazione per il caso Ruby): il  pronunciamento  del Consiglio Superiore della Magistratura riguardo alla possibile illegittimità della legge che consentiva a premier e ministri di non presentarsi in Tribunale, se accusati di qualsiasi reato, adducendo a giustificazione il "legittimo impedimento"  degli impegni di governo. Legge che il Governo Berlusconi aveva proposto e il Parlamento approvato a maggioranza, con firma del Capo dello Stato.
Tutti i titoli erano in prima pagina e al centro, a grossi caratteri
- Il corriere della sera: "Legittimo impedimento. Valuterà il giudice"
Nel sito web: "Lo scudo al premier bocciato in parte"
- La Repubblica: "Berlusconi, scudo dimezzato"
- La Stampa: "Scudo. Deciderà il giudice"
- QN. Il Resto del Carlino "Mezzo scudo"
- Il Messaggero: "Scudo. No parziale". Nel sito web "Ridimensionato il legittimo impedimento"
- L'Unità: "E ora l'imputato Berlusconi può tornare in aula"
- Il Fatto Quotidiano: " E' di nuovo imputato" e in pagina seguente "Scudo bucato"
- La Sicilia: "Lo scudo diventa fragile"
- Il Foglio (online): "Sotto le apparenze la sentenza della Corte stabilizza il Palazzo"
- Il Giornale: "Non si va a votare. Consulta azzoppa il legittimo impedimento"
- Libero: "Silvio consegnato al giudice"
I giornali dunque oscillano fra la imparziale  traduzione in sintesi  della sentenza da parte di alcuni e l'evidente speranza che la sentenza si traduca presto in concrete imputazioni, da parte di altri ; con l'evidente eccezione dei giornali di proprietà  o influenza determinante del premier, che sembrano voler spingere sull'acceleratore della mobilitazione permanente dei propri lettori contro i giudici.
Tra i commenti riferiti , spicca il grido di dolore e l'ira del fido Bondi che ha visto nella sentenza "il rovesciamento  dell'ordine democratico"; la Lega si appoggia ancora sulla teoria dei "giudici ostili" e il Quirinale pare abbia parlato di  "sentenza equilibrata".

I più preoccupati di  non spaventare il popolo delle casalinghe sveglie  al mattino presto sono stati  i redattori del TG5 delle ore 6 che hanno proclamato: "La Consulta giudica valida la legge del legittimo impedimento, con alcune limitazioni. Soddisfazione dei legali di Berlusconi...." rivoltando bellamente la frittata, facendola sembrare un vittoria del premier.
Quelli del TG1 delle 8 sono  stati un po' più neutri inizialmente, affermando che "La Consulta boccia in parte la legge del legittimo impedimento"; ma poi si sono  sbilanciati subito dopo per dire che però "la Consulta ha confermato l'impianto della legge" e tra i commentatori "prevale la cautela".
Dunque, cari telespettatori, tutti tranquilli, non è successo niente.
E poi in mattinata è intervenuti subito Lui a rassicurare il popolo.

Silvio parla in tv: "La consulta non ha demolito la legge Non oseranno condannarmi" titola un articolo su QN online

Il premier telefona a Canale 5: "Migliorata la situazione preesistente ma non sarà facile per i miei avvocati ottenere un atteggiamento benevolo da parte dei magistrati". "Elezioni? Sono lontane".........
Dalla sua  autodifesa si è desunto che:

I fatti a lui attribuiti in vari processi per corruzione e frode (e nel caso Mills ampiamente documentati, e oggetto di condanna in 1° e 2° grado) "non esistono” perchè lui "l'ha giurato su figli e nipoti" (argomentazione a difesa agghiacciante!). I "giudici non oseranno condannarlo". E ha detto tutto.
Da rilevare il termine "osare", che sottintende una non tanto velata minaccia, poichè , secondo il suo modo di pensare,  neanche i giudici "comunisti"  potranno  azzardarsi a condannare lui (perchè se osano che gli può  succedere?).
 
** "Non esiste", naturalmente, anche il suo intervento per sottrarre la procace minorenne Ruby, sua protetta, alle normali procedure di polizia del caso. Nonostante la telefonata alla Questura che lui stesso non ha potuto smentire, e nonostante siano venute fuori testimonianze, tabulati e foto che hanno  permesso ai tre PM , tra cui Ilda Boccassini, di incriminarlo con l'imputazione di favoreggiamento della prostituzione minorile;  e pure di concussione per il tentativo, riuscito, abusando della sua carica di capo del governo, di indurre i funzionari di polizia ad affidarla all'amica Minetti e sottrarre così all'arresto la sconsiderata fanciulla che sapeva troppe cose, millantando  addirittura una parentela con Mubarak.
Complici nella squallida vicenda: Lele Mora (dimmi con chi vai e ti dirò chi sei...), l'ineffabile "ruffiano di corte" (si può dire, in senso metaforico?) Emilio Fede, e quella  siliconata Nicole  Minetti " igienista dentale" del premier, assurta alla carica di consigliera regionale PDL per meriti che forse hanno poco a che fare con la politica.
Ma  per lui si tratta solo di una "vergognosa intrusione nella sua vita privata", e "non vede l'ora di potersi presentare ai giudici  (!!!) per difendersi da accuse assurde"
Al già complicato corpus legislativo italiano, ora aggiungeremo un nuovo capitolo: quello della "interpretazione personale, sovrana e indiscutibile" delle leggi, ad opera di Silvio Berlusconi, fine giurista.
*** Forza Ilda e colleghi! Osate! che non se ne può più  di costui.
Se aspettiamo che  ce lo levino di torno le opposizioni, con  i loro fumosi programmi, le diatribe interne  e le improbabili alleanze  e strategie politiche, stiamo freschi....
Come disse Moretti?



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