mercoledì 16 giugno 2010

Risorgimento: conoscerlo senza rinnegarlo

Nel Beppe Grillo blog http://www.beppegrillo.it/2010/06 ho letto l'articolo Gaeta e Wounded Knee con Video intervista ad Antonio Raimondi, sindaco di Gaeta, Antonio Ciano, saggista risorgimentale e Luca Ciardi, storico.
"Il 29 dicembre 1890 - è scritto nell'introduzione - a Wounded Knee, come tutti sanno o potrebbero sapere, è avvenuto l'eccidio di 300 Lakota Sioux, donne e bambini, da parte dell'esercito degli Stati Uniti d'America. Trent'anni prima, nel 1860, a Gaeta, come quasi nessuno sa né è tenuto a sapere, fu compiuto un altro eccidio, in cui morirono migliaia di civili, donne e bambini, da parte dell'esercito sabaudo. Centinaia di migliaia di persone perirono nel Regno delle Due Sicilie durante e dopo la guerra di occupazione. Gaeta fu l'epilogo della guerra. Mentre il Governo degli Stati Uniti assegnò ai Lakota delle riserve, i Savoia espropriarono Gaeta che è, ancora oggi, quasi interamente territorio demaniale, dello Stato. La celebrazione dell'Unità d'Italia è una farsa se non si ricordano le sue origini. Senza la memoria del passato non può esistere un futuro per l'Italia. Cosa vuol dire essere italiano per chi non conosce neppure la propria Storia?.........".

Sono d'accordo con il principio che si debbano conoscere e approfondire tutti i fatti storici che hanno portato all'unificazione dell'Italia, negli aspetti positivi e in quelli negativi e nel prezzo dolorosissimo di lacrime e sangue che costò. Purchè non si strumentalizzino certi fatti per voler giustificare una ideologia antiunitaria e separatista che, sull'onda leghista, sta venendo di moda.
Per questo mi sembra un po' troppo forzato e improprio questo accostamento fatto da Beppe Grillo, che ha paragonato la presa di Gaeta (ultimo baluardo dell'esercito borbonico) da parte dell'esercito sabaudo, alla battaglia di Wounted knee in cui l'esercito degli Stati Uniti sterminò i 300 indiani Sioux

Mi sembra un po' forzata anche questa iniziativa del sindaco di Gaeta che vuol chiedere un risarcimento danni milionario ai Savoia, pur con tutto il rispetto per la tragedia che gli abitanti di quel tempo in quel luogo hanno vissuto. Se tutte le città e le popolazioni che hanno subito eccidi e danni da bombardamenti e guerre nei secoli scorsi, comprese le ultime, dovessero fare altrettanto, ne nascerebbe un bello scompiglio.

Soprattutto perchè bisognerebbe risalire a chi fu il vero responsabile dell'inizio e del perchè si fecero quelle guerre e quei bombardamenti. Non è una novità, nè un segreto custodito dai vincitori, che per arrivare all'Italia "una, libera e indipendente" dal dominio asburgico, papalino e borbonico, ci sono volute 3 "guerre di indipendenza" (anzi 4, se contiamo anche la guerra del 1915-18 per il Trentino); e quando si dice guerra si dice danno, con morti e distruzioni, stragi di civili, eccessi e atti di crudeltà.

Io non giustifico, ma prendo atto che la storia non si fa con i se e i forse, ma è il frutto di azioni e reazioni conseguenti e concatenate l'una all'altra. Finora, purtroppo, tutti i popoli hanno dovuto conquistare la propria patria e la propria autonomia e libertà con una rivoluzione o con una guerra; e chi c'era prima a sua volta aveva conquistato e occupato quella terra con una guerra. I Savoia erano una dinastia come tante altre che aveva cercato di estendere i propri domini sul territorio italiano, come avevano fatto gli Asburgo e i Borbone e altri prima di loro. Che non fossero stinchi di santo lo si sapeva.

Ma in quel determinato momento storico si sono create le condizioni perchè solo su di essi si potessero fondare le possibilità di riunire l'Italia e liberarla da sovrani e truppe straniere All'Italia e al suo Risorgimento i Savoia sono serviti, come pure i Garibaldi, i Mazzini, i Cavour e tutti quelli che sono morti per un ideale che ora non va rinnegato, proprio per il prezzo pagato. Questi e tanti altri che si batterono per la "causa italiana", a partire dai primi decenni dell'Ottocento, pur con i loro limiti umani, erano comunque la parte migliore che la società più colta e consapevole dei vari staterelli potesse esprimere, in quel tempo e in quelle condizioni di sudditanza e oppressione.

Fa tristezza ora leggere, anche su giornali di tiratura nazionale, articoli e commenti di lettori che raccontano mezze verità immerse nel pressapochismo e affastellate alla meglio, animati da un sacro furore revisionista della storia, per arrivare a dimostrare cosa? che l'Unità d'Italia non valeva la pena di farla? che il nostro Risorgimento è stato fatto nel modo più sbagliato, dalle persone sbagliate e ha prodotto frutti sbagliati? Sai che soddisfazione! E che dovremmo fare adesso, tornare indietro a goderci i regimi degli 8 staterelli precedenti o metterci a imprecare contro i Savoia, Garibaldi, Mazzini e Cavour, tanto per celebrare degnamente i 150 anni di Unità?

Si dice che bisogna passare dalla mitologia alla verità storica. Ma certo. Alla buon' ora! Peccato che la scuola italiana in questi ultimi decenni abbia lasciato così poco spazio e ore allo studio della storia. E gran parte degli italiani non ha ancora avuto modo di conoscere quanti libri sono già stati scritti, tanti anche con ottica critica o dissacratoria, sul Risorgimento e i suoi protagonisti. Esemplari ad esempio sono quelli dello storico inglese Denis Mack Smith, scritti negli anni '70 e ' 80 con l'intento di coglierne luci e ombre, "fatti e misfatti della monarchia Savoia" e degli altri protagonisti. Ma bastava anche solo leggere libri e articoli di Indro Montanelli sulla Storia d'Italia .
Non parliamo poi della letteratura di ispirazione cattolica, che ha sempre presentato il Risorgimento come un'usurpazione per aver fatto scomparire lo Stato Pontificio. Pure la storiografia di ispirazione gramsciana, che interpretava la storia italiana in un'ottica antiborghese, essendo stato il nostro Risorgimento opera soprattutto della classe borghese , ne sottolineava tutti gli aspetti negativi.

A lungo ci furono polemiche tra sostenitori dell'idea repubblicana e altri sostenitori della monarchia, tra unitari e federalisti. Per non parlare di una certa cultura meridionalista che tende da sempre a vedere il Sud come vittima del Nord ( mentre oggi è il Nord che vorrebbe liberarsi di un Sud ritenuto parassitario....).

Insomma "scoprire" adesso che il Risorgimento, con la conseguente unificazione, è stata un' esperienza travagliata e difficile, condotta tra mille ostacoli, difficoltà e nemici, anche con errori dei protagonisti, è scoprire l'acqua calda.

Mi sembrerebbe invece un'operazione più costruttiva cogliere l'occasione del 150° anniversario per sottolineare i meriti e i benefici che ha portato il Risorgimento, rendendo finalmente all'Italia la dignità di nazione autonoma, indipendente e unita.

Chi pare tanto contento di voler quasi togliere legittimità alla costituzione dello Stato unitario vada anche a studiare sulla legittimità dei sovrani che reggevano i pezzi separati dell'Italia in precedenza e si indaghi su come ne erano diventati "proprietari", sull'analfabetismo imperante , sui metodi repressivi, sulla povertà diffusissima ( ma quanta industrializzazione c'era davvero sotto i Borbone?). Poi parliamo pure dei problemi che hanno dovuto affrontare i governanti del nuovo Regno e certo anche degli errori compiuti dalla classe dirigente, dai Savoia, dai suoi generali, dai primi ministri e dai governi che si sono susseguiti dopo l'Unità, .

Ma non si vada a diffondere questa qualunquistica ideologia controrisorgimentale e antiunitaria da bar sport padano, giustificandola con un'infarinatura storica fatta di episodi pescati qua e là. Lo studio della storia è una cosa seria e molto complicata.

Qualcuno può davvero pensare o ipotizzare che le cose sarebbero andate meglio se fossimo rimasti col Regno delle due Sicilie in mano ai Borbone, il Lombardo-Veneto e i vari Ducati di Toscana, di Parma... sotto l'egida dell'imperatore d'Austria? Io bolognese, se penso che staremmo ancora in un teocratico Stato Pontificio, governato con le idee del Sillabo e del Concilio Vaticano I, provo una certa inquietudine. Quello che ci è comunque rimasto in eredità, basta e avanza.


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