lunedì 5 ottobre 2009

A Minzolini la poltrona di ministro del Minculpop

Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sul ruolo di Augusto Minzolini nel primo canale della TV di Stato, con il suo intervento di sabato scorso nel TG della sera a commento della manifestazione per la libertà di stampa, credo proprio se lo sia tolto. Il posto di futuro ministro del Min.cul.pop. (ovvero Ministero della cultura popolare di mussoliniana memoria) se l'è guadagnato a pieno diritto. Bondi ha già il sostituto pronto a succedergli e con più grinta e cattiveria della sua.
Non avevo mai visto un "giornalista" , direttore di TG, fare un commento così piccato e stizzito, che trasudava rabbia da tutti i pori e livore dall'animo suo, per ridicolizzare e squalificare una manifestazione popolare e affollata indetta per di più da colleghi suoi e per difendere anche la sua libertà di espressione. E penso che non abbia fatto quell'intervento solo per compiacere il padrone che gli ha affidato tale prestigioso incarico, ma proprio perché deve provare tanto odio ora per il giornalismo libero e tanto rancore per i colleghi che sono andati in piazza a manifestare (e forse c'entra il fatto che un tempo fu un contestatore libertario, comunista, implacabile cacciatore di scoop, detto anche "lo squalo").
Ha ragione Giuseppe Giulietti, presidente dell'associazione Articolo 21, quando dice:

"Vogliamo ringraziare il direttore del Tg1 perché con il suo editoriale ha confermato come la libertà di informazione sia davvero a rischio ...... Nei paesi normali il coraggio si esprime nella capacità di criticare il potere. In Italia invece si misura nella capacità di inchinarsi di fronte al conflitto di interessi"

Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd ha commentato : "Il principale tg italiano abbandona, anche formalmente, ogni profilo istituzionale e scende in campo con una polemica contro una manifestazione di forze sindacali e di opposizione cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. Non ci sono precedenti di un simile stravolgimento di un telegiornale del servizio pubblico ..... Chiedo che la Commissione di vigilanza sulla Rai accerti se il direttore del Tg1 può darsi ad una militanza degna del miglior Fede".

Anche il rappresentante delle opposizioni in Commissione, Nino Rizzo Nervo, ha dichiarato alla stampa durissimo:

"Che il direttore del Tg1 si esibisse in un editoriale contro la libertà di stampa non mi meraviglia, essendo abituato soltanto alla libertà di nascondere le notizie. Il suo è stato un vero e proprio comizio contro la manifestazione di oggi, in verità meno efficace di quanto poco prima aveva detto il portavoce del Pdl Daniele Capezzone".

Anche il Presidente Garimberti ha criticato Minzolini, definendo "inusuale" o "irrituale" il suo intervento. Vedremo poi se a questi severi giudizi espressi a caldo seguiranno poi interventi politici coerenti e conseguenti, o se finirà tutto in una bolla di sapone.

E' significativo anche notare come tutti gli scudieri di Berlusconi , dai ministri ai galoppini che popolano i forum dei giornali per difenderlo e ripetere le solite tiritere contro i "sinistrati" si siano scatenati ultimamente come furie selvagge contro Travaglio, Santoro e Annozero. Evidentemente l'ordine di scuderia è : sparare ad alzo zero, non si fanno prigionieri, bisogna eliminare, o togliere i viveri, o rendere la vita impossibile ai pochi giornalisti che hanno ancora il coraggio di disturbare con inchieste e servizi autonomi chi ha il potere in mano e detiene già i due terzi del mondo della informazione e della comunicazione e vuole assoggettare anche il resto. Chi si presta, per sincera e spontanea convinzione, o per incarico ricevuto, a questa "missione" contro Travaglio, Santoro e i pochi altri giornalisti bravi e "pungenti", ha una ben strana idea della democrazia ; non sa, o non vuol sapere, che la libertà di critica e di informazione parlata e scritta è il sale, anzi l'ossigeno vitale per uno Stato che voglia restare democratico. Si lasci ai cittadini la facoltà di ascoltare, leggere, usare liberamente il telecomando e scegliere se credere a chi critica o a chi loda il potente di turno.

Mettere il bavaglio ai giornalisti è il sogno, e l'impegno, di tutti i dittatori e gli aspiranti tali.
Ben misera opera è quella di chi li aiuta, squali compresi.


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