martedì 27 ottobre 2009

Dove ci porterà il treno guidato da Bersani?

"Habemus papam". Il popolo delle primarie del centrosinistra ha dunque eletto il suo "papa". Un papa, ma si potrebbe anche definire "papà", di lungo corso e lunga esperienza, che racchiude in sè tutti i meriti, e le colpe, della storia della sinistra, e in particolare di quello che è stato il PCI, poi PDS, DS e infine l'attuale PD.
Scegliendo Pierluigi Bersani, la parte che lo ha votato (53 %) ha voluto "star nel sicuro", affidarsi ancora una volta al leader conosciuto fin dall'infanzia alle feste dell'Unità, ai comizi di partito, per l'attività di Presidente della regione Emilia Romagna e di Ministro con il governo Prodi. Lo zoccolo duro che ha votato per lui è ancora il tradizionale, e prevalentemente attempato, zoccolo duro che ancora regge le sezioni, pardon, i circoli, prepara le crescentine e i tortellini alle feste di autofinanziamento, fa volantinaggio e volontariato ad ogni occasione. E quando il partito chiama alla conta e al voto, accorre fedele e obbediente alle indicazioni del segretario locale, quasi sempre senza nemmeno partecipare alle poche riunioni di discussione e senza nemmeno conoscere i candidati alle cariche.
Questo zoccolo è la forza del partito; ma al tempo stesso ne rappresenta anche la debolezza. Intanto perchè è uno zoccolo che si sta consumando col tempo, si assottiglia pian pianino per l'età che avanza e spegne via via tanti degli storici militanti. Ma è diventato un punto debole anche perchè con questo metodo di utilizzo dei militanti è via via venuto a mancare un vero dibattito politico interno, un vero rapporto democratico e meritocratico nella scelta dei dirigenti, dai segretari di sezione , a quelli di provincia , di regione e su su fino ai candidati per cariche amministrative e parlamentari. Una solida struttura gerarchicamente ordinata, utile sì, ma che si è chiusa in se stessa, bravissima a mantenersi in vita, ma arroccata quasi esclusivamente a difesa delle carriere dei prescelti dal giro che conta, travagliata dai contrasti per rivalità personali e quasi sempre priva di contenuti ideali, magari dichiarati ma non praticati.
Struttura autoreferenziale che ha quindi portato alla mancanza di una linea del partito su tanti punti importanti, scontentando e deludendo tanti elettori , anche tra quelli storici, soprattutto in questi ultimi anni.

Con la vittoria di Bersani si corre il rischio che questo andazzo continui come prima, perchè i suoi sponsor o sostenitori più potenti sono in gran parte espressione della suddetta struttura, che qualcuno chiama nomenklatura, D'Alema in testa.
Nella sua mozione e nella sua campagna elettorale anche Bersani ha parlato di rinnovamento del partito , ha elencato obiettivi condivisibili, ma ha tenuto anche molte espressioni e posizioni ambigue o non ben chiarite. Se continuerà nella linea ondivaga tenuta finora, se si riprenderà a spacciare per "dialogo" i compromessi e i baratti con gli avversari berlusconiani, la vittoria di Bersani sarà stata una vittoria di Pirro, perchè poi alle elezioni amministrative e politiche, dove non basta lo zoccolo duro delle primarie, si continuerà a perdere voti.

Inoltre, Bersani dovrà tener conto del fatto che, se il 53,3% dei votanti ha scelto lui, c'è stato un 47% che ha sostenuto gli altri due candidati, Franceschini col 34,4%, Marino col 12,3% . Quasi la metà dei partecipanti alle primarie quindi ha espresso un'indicazione più marcata per il cambiamento, per imboccare una linea di opposizione e di laicità più decisa, e per accogliere e valorizzare persone nuove.
E' apparso evidente che il partito, nella sua componente più radicata, non era ancora "maturo" o pronto per accettare come leader un ex DC-PPI , o un medico illustre abbastanza nuovo per l'attività politica.
Ma il forte consenso da essi pur raccolto è stato un bel segnale, che chi ha vinto non può ignorare.

giovedì 22 ottobre 2009

Signori, ultima chiamata. Poi si perde il treno

Siamo ormai alle ultime battute della lunga e tribolata campagna delle primarie PD 2009. Domenica 25 ottobre si vota. Dal numero dei votanti e dalle loro scelte dipenderà il futuro di questo partito, nato due anni fa tra tante speranze e impantanato poi in una palude di incertezze, contraddizioni e contrasti interni e quindi di delusioni e abbandoni da parte di tanti elettori.
Certo ci vuole coraggio e tanta buona volontà a ripresentarsi ai cittadini per la terza volta, con una proposta di elezioni primarie, dopo le sconfitte subite dai due leader scelti con grandi maggioranze con le primarie precedenti. E' evidente che nel campo del centrosinistra scegliere un buon leader non basta se poi non c'è la reale volontà di sostenerlo, soprattutto da parte di tutti gli altri esponenti di spicco dello stesso partito che vogliono "distinguersi" per passate appartenenze o per religione, farsi un proprio seguito personale con correnti, fondazioni, gruppi di pressione, per condizionare e infine arrivare al più presto a defenestrarlo.
Vista la fine che è stata fatta fare a Prodi e a Veltroni, trionfatori alle primarie precedenti, è dura adesso cercare di convincere i delusi a ritornare alle urne per scegliere un segretario che rischia di essere un nuovo "re travicello", senza alcun reale potere di rinnovare e governare il partito , ancora troppo prigioniero delle sue divisioni interne e di vecchi "governatori e signori delle tessere" che ritengono di aver diritto di gestire il partito a vita nelle rispettive aree di influenza.

Eppure bisogna andare. Eppure bisogna convincersi e convincere che questa è l'ultima chiamata per l'ultimo treno diretto a Roma. Ovvero l'ultima opportunità per tenere unito e in vita, e anzi, rafforzare, un partito che deve essere grande e forte se vuole costituire una valida e credibile alternativa al trionfante berlusconismo e a tutti gli effetti negativi e deleteri che questo sistema di potere personale ha scatenato nella società e nel Paese intero.
Ma non basta andare a votare, bisogna anche scegliere. Chi?
Fermo restando che tutti e tre i candidati sono persone rispettabilissime e leader capaci, con buone doti e buoni programmi, io mi sono convinta che a questo punto del percorso l'unico che possa dare un'immagine nuova al partito, portare dentro persone nuove e capaci, e fermare l'emorragia di voti registrata finora, sia Ignazio Marino-

Ho già citato in un precedente post le interessanti e significative percentuali di gradimento attribuite ad Ignazio Marino, che risulta in testa nei sondaggi di diverse testate giornalistiche, con lettori di diverso orientamento ideologico.
Anche se questi sondaggi non hanno valore scientifico o statistico, per un partito che ha bisogno di trovare una sua nuova identità, al di fuori del vecchio dualismo ex DS (o PCI) ed ex PPI (o DC) e della nefasta contrapposizione laici- cattolici, non è questo un bel segnale per capire quale potrebbe essere la scelta più proficua per riconquistare gli elettori persi e conquistarne dei nuovi?
Hanno più valore i tanto sbandierati sostegni dei personaggi che hanno cariche istituzionali o nomi illustri, o le indicazioni di cittadini che potrebbero essere un domani elettori?

Del resto, le alternative sono fosche. Innanzitutto, per chi è di idee di centrosinistra non andare a votare per le primarie vorrebbe dire l'affossamento di questo metodo democratico di scelta dei candidati, e si rafforzerebbe ancora di più l'arroganza di Berlusconi e del suo pessimo centrodestra appiattito su un capo-padrone assoluto.
La vittoria, magari con scarso margine di differenza, di Bersani o di Franceschini, potrebbe significare la continuità di una mentalità e di un metodo di gestione del partito che resterebbe ancora prigioniero dei vecchi personaggi che ne hanno determinato la crisi e la perdita di credibilità e di voti.
Comunque vadano le cose, bisogna che i dirigenti capiscano che questo è veramente l'ultimo treno.
Se lo perdiamo sarà una sconfitta per la democrazia in Italia



domenica 18 ottobre 2009

Calzini azzurri, magliette grigie e nastrini rossi


Adesso c'è la gara ad adottare abbigliamenti simbolici per dimostrare l'opposizione al capo di governo Berlusconi e al suo modo di far politica. Ha cominciato Ignazio Marino con la proposta di un nastrino rosso per manifestare sostegno alla libertà di informazione . Poi sono uscite le magliette con la scritta "Non sono una donna a sua disposizione", per manifestare solidarietà a Rosy Bindi che era stata oggetto di una battuta cafona del detto "gentiluomo", galante solo con le belle di notte e di giorno , o le "escort" pagate per essere gentili con lui.
Ora "Il Fatto quotidiano", e subito dopo Franceschini, hanno proposto di indossare calzini azzurri o turchese per manifestare solidarietà al giudice Raimondo Mesiano , quello che ha quantificato il risarcimento di 750 milioni di euro che la Fininvest (famiglia Berlusconi) deve pagare alla CIR (De Benedetti) per aver illecitamente , tramite corruzione di giudice, acquisito la Mondadori a danno di quest'ultima società.
Giudice fatto oggetto di strano pedinamento e servizio fotografico e giornalistico, trasmesso su Canale 5 con commenti allusivi e sciocchi sulle sue passeggiate mattutine di relax, e sul suo abbigliamento caratterizzato, udite lo scandalo!, da calzini color turchese.

Ora ci si può anche scherzare su e fermarsi all'aspetto folkloristico della faccenda. Invece la faccenda è molto seria. Perchè è solo l'ultima dimostrazione dei metodi che il nostro premier può permettersi di usare, attraverso i suoi mezzi personali di comunicazione, per intimidire, condizionare e "avvertire" il giudice in questione e tutti gli altri giudici che dovessero pronunciare sentenze a lui sgradite, di quel che potrebbe succedere loro: appostamenti continuati, indagini riservate sulla loro vita personale e dei famigliari fino al terzo grado, per poter poi trovare qualsiasi cavillo, multa per divieto di sosta, problema domestico, finanziario o sentimentale , vero o presunto, da sparare in prima pagina sui suoi giornali per squalificarli, delegittimarli, o almeno ridicolizzarli.

Con questo metodo è già stato punito , e costretto alle dimissioni, il direttore di Avvenire, Dino Boffo, "colpevole" di aver blandamente invitato il premier a comportamenti più dignitosi e coerenti nella sua vita privata, per le conseguenze che ne sono ricadute su quella pubblica. Ad altri suoi critici, giornalisti o politici, per aver raccontato fatti veri e documentati o formulato domande, sono già piovute addosso querele, intimidazioni, attacchi quotidiani sui giornali di famiglia per vicende, queste sì, private e irrilevanti a fini pubblici.
Al giudice Mesiano per ora hanno trovato di disdicevole solo un paio di calzini turchese. Ma vedrete che scavando e pedinando si potrebbe arrivare anche al colore delle mutande portate in lavanderia.
E non c'è nulla da ridere, per chi vuol capire.
E non si dica, come fanno i difensori ad oltranza di Berlusconi, che in fondo sono tutti uguali, tutti colpevoli, tutti con qualche scheletro nell'armadio o almeno qualche peccatuccio; quindi o si sta zitti tutti e si tace sulla vita e le opere del premier, o il premier ha diritto di "sputtanare" (parola sua) chi gli pare o gli attraversa la strada, sia la moglie , o un giudice scomodo, un rivale in politica che gli fa ombra, un giornalista o un direttore di giornale , un fotografo o un cittadino che scrive su un blog.
I livelli di responsabilità, di diritti e di doveri, sono ben diversi, e sono legati al ruolo che ognuno ricopre e alle colpe o ai reati accertati compiuti.
Il portavoce di un premier (il tanto vituperato Sircana) fotografato mentre in auto si ferma a scambiare due parole con un trans ha la stessa responsabilità di un premier che , sposato e con figli, propagandisticamente impegnato in difesa dei valori della famiglia cristiana, riceve abitualmente minorenni, ragazze a decine ed escort fornitegli da un assiduo procacciatore, inquisito per corruzione, favoreggiamento di prostituzione e spaccio di droghe ?
Una nota spese contestata ad un medico, un contratto d'affitto sottostimato di un direttore di giornale, privati cittadini che per i fatti specifici devono rispondere solo ai loro datori di lavoro o contraenti, hanno lo stesso valore giuridico e morale di accuse per falsi in bilancio ed evasioni fiscali per cifre stellari e per corruzione di giudici compiuti da un capo di governo che deve rispondere a tutti i cittadini e dare per primo l'esempio di rispetto delle leggi uguali per tutti e della Costituzione? Capo di governo che nel frattempo ha cercato in tutti i modi di far approvare leggi che lo liberassero dalle sue pendenze giudiziarie e continua con proposte vendicative di future riforme costituzionali e di leggi che limitino l'indipendenza e l'operatività della magistratura.
Si sbandierino pure calzini azzurri, magliette e nastrini antipremier, ma l'opposizione si metta d'accordo e si impegni anche in Parlamento ad esercitare un vero contrasto (non come per lo scudo fiscale) a questa pericolosa deriva autoritaria.
Il dialogo va cercato tra le forze di minoranza ora, non con questa maggioranza

mercoledì 14 ottobre 2009

Sondaggi nascosti e ... incoraggianti

Mentre tutti i canali televisivi e i giornali di proprietà o di osservanza berlusconiana continuano a ripeterci che il gradimento degli italiani per il premier raggiunge il 70%, sorprende trovare in una paginetta non tanto vista e frequentata di "Quotidiano.net" (che fa parte della catena comprendente Il Resto del Carlino e la Nazione, quindi tutt'altro che "di sinistra") alcuni sondaggi che vedono il premier in netta minoranza per le sue scelte.
Ne cito alcuni visti stamattina:

* Domanda: Lodo Alfano, stai con Berlusconi o con la Corte Costituzionale?

Risposte: Con la Corte Costituzionale (59.23%) Con Silvio Berlusconi (40.27%) Non so (0.5%) Totale votanti: 8663

** Domanda: Giusto concedere l'immunità alle più alte cariche dello Stato?

Risposte: No (66.93%) Si (32.52%) Non lo so (0.55%) Totale voti: 5606

*** Domanda: Lite Berlusconi-Napolitano, tu con chi stai?

Risposte: Con Napolitano (60.15%) Con Berlusconi (37.64%) Non so (2.21%) Totale voti: 813

Questa modesta ma pur significativa consultazione un po' dietro le quinte, conferma quel che ha cercato di spiegare con le sue dotte argomentazioni e valutazioni, Ilvo Diamanti, che su "La Repubblica" di domenica scorsa indicava in un povero 21% il gradimento personale e reale di Berlusconi tra i votanti, al netto di tutte le sopravvalutazioni derivate dai calcoli fatti comprendendo tutti i partiti del centrodestra e dei votanti, senza tener conto delle astensioni.

!!! Molto interessante un altro sondaggio fresco fresco, tra i più recenti della serie dello stesso network:

**** Domanda Chi vorresti come nuovo segretario del Pd?

Risposte: Ignazio Marino (45.07%) Pierluigi Bersani (33,25%) Dario Franceschini (21.68%)
Totale voti: 821 alle ore 11 del 14 ottobre

Per un partito che deve farsi le ossa e crescere per vincere questo potrebbe essere un segnale per indirizzare le scelte su chi puntare.

Aggiornamento del 18 ottobre

- Ignazio Marino (38.69%) Pierluigi Bersani (37.32%) Dario Franceschini (23.98%) Totale voti: 1747

* il sondaggio era stato messo in evidenza con un richiamo in home per un giorno. Evidentemente i sostenitori di Bersani se ne sono accorti e sono intervenuti.... ma la percentuale di Marino resta significativa.

Aggiornamento del 20 ottobre

- Il Corriere.it - Sondaggio del 19 ottobre 2009
Pd, scegliete il vostro candidato

Marino 38.2% Bersani 34.9% Franceschini 26.9% - Numero votanti: 12816 alle ore 18,46 del 20 ottobre

- Espresso.repubblica.it - Sondaggio aperto alle 00:00 del 24-07-2009

E adesso chi scegli?

Pierluigi Bersani 13.540 voti --- Dario Franceschini 6.869 voti
Ignazio Marino 16.389 voti- 37.491 voti alle 18:57 del 20 ottobre

Aggiornamento del 24 ottobre ore 18,30 su Quotidiano.net

Ignazio Marino (39.22%) Pierluigi Bersani (37.5%) Dario Franceschini (23.28%) Totale voti: 2616

*** Come mai questi sondaggi che vedono in testa Marino, sia su stampa di sinistra che indipendente o filo centrodestra, non vengono mai citati in articoli e dichiarazione dei politici?

Dove vuole andare a parare Tony Blair?

Dal sito di UAAR (Unione Atei, Agnostici, Razionalisti), leggo:

Tony Blair contro i laicisti: “sono uguali ai fondamentalisti”
Intervenendo a una conferenza presso l’Università di Georgetown, davanti a una platea di cristiani e islamici, l’ex capo del governo britannico Tony Blair ha tessuto un convinto elogio della religione. Secondo quanto riporta il sito del Times, Blair ha anzi proposto che le due più diffuse religioni del pianeta si uniscano per combattere due minacce convergenti: quella dei fondamentalisti religiosi e quella rappresentata dai laicisti “che disprezzano Dio”........
.............

Al che mi viene da osservare che l’atteggiamento di Blair è quello tipico del neofita, fedele neoconvertito e ultimo arrivato che diventa più realista del re, anzi, nel caso, più papista del papa (e non ne avevamo proprio bisogno). Non so se lo faccia per sincera convinzione o per opportunistica e sottintesa aspirazione a conquistarsi il consenso dei Popolari europei (gli è già arrivato il plauso del laico devoto Giuliano Ferrara e dell'altrettanto sincero devoto Silvio Berlusconi, che è tutto dire) mirando alla Presidenza UE, o quantomeno a riacquistare un ruolo internazionale attraverso la sua “Faith Fundation”.

In ogni caso dimostra poca obiettività, mettendo sullo stesso piano i danni che provoca nel mondo il fondamentalismo religioso, tanto diffuso e potente, con quello del cosiddetto “laicismo”, che non è un pensiero unico nè una forza di potere, ma un libero atteggiamento di pensiero che non impone nulla a nessuno e non pretende di far passare alcuna umana convinzione per volontà di Dio.

Di quale Dio poi si parli (sia chi lo disprezza che chi pretende di conoscerlo) è un mistero, visto che ogni popolo, o religione, ne adora uno suo, che non ha dettato le stesse regole e la stessa morale che ha dettato agli altri.

Sono rimasta anche molto stupita di un suo intervento, a mio parere molto contraddittorio, pubblicato su La Repubblica l’11 settembre scorso sotto il titolo “Un patto tra le religioni contro la povertà”. Se lo scopo del suo nuovo zelo religioso fosse questo, si potrebbe anche apprezzarlo; ma se non parte dalla consapevolezza che povertà, degrado sociale e privazione di diritti umani sono stati e sono tuttora più diffusi negli stati teocratici o dove le religioni sono fortemente influenti e collegate con il potere politico, non credo possa risolvere i problemi, affidandosi per la cura proprio a chi è tra le cause delle malattie.

Andrebbe bene anche il suo proclamato intento di stimolare il dialogo interreligioso e interculturale, per favorire la pace e lo sviluppo dei paesi più arretrati , anche attraverso le ONG e le organizzazioni assistenziali religiose. Ma per far questo occorre che tutte le religioni, ma soprattutto i capi religiosi, rinuncino alle loro pretese di possedere la verità assoluta e accettino in sostanza il relativismo e la opinabilità di ogni fede, credenza o tradizione culturale, per rispettarsi e convivere pacificamente (e laicamente). Il che, visti i comportamenti mostrati finora da papi, imam e rabbini capi, mi sembra operazione alquanto ardua.

martedì 13 ottobre 2009

Di che pasta è fatto Berlusconi

Berlusconi, dopo una delle giornate più difficili della sua carriera politica, rimessa in discussione dalla bocciatura della Consulta del Lodo Alfano, riparte alla carica. Anche se, a quanto pare, non è intenzionato a ricorrere a una manifestazione di piazza (secondo quanto trapela dall'ufficio politico del Pdl). Il premier inizia di buon mattino, con un'intervista al Gr1. Il tono è ormai quello della sfida aperta: «Farò vedere agli italiani di che pasta sono fatto». E ancora, come già ribadito mercoledì: «Andremo avanti più forte di prima». ...........

Al che dico io: Di che pasta è fatto l'abbiamo già capito. Ci risparmi il seguito -
Che il signor Berlusconi sia legittimato a governare dai voti ricevuti dal "popolo" lo sappiamo. Ma è proprio obbligatorio dovercelo tenere per 5 interi anni? Non si può prendere in considerazione l'ipotesi che, mostrandosi costui indegno di governare, gli si possa togliere la fiducia? Dobbiamo aspettare di toccare il fondo, di dare ancora ulteriore spettacolo di un Paese alla deriva, prigioniero di un capo di governo che sempre più palesemente dimostra di essere "disceso in campo" in politica 15 anni fa solo per sfuggire alle numerose imputazioni che lo riguardavano? Adesso che gli è saltata la copertura da sempre inseguita e perseguita con leggi ad personam, gli stanno evidentemente saltando i nervi, perchè rischia di crollargli addosso il castello autodifensivo da lui tenacemente costruito. E sì che ormai a forza di prescrizioni anche le ultime imputazioni hanno scarse possibilità di arrivare in porto! E vorrei chiedere alle persone di centrodestra più ragionevoli: ma siete proprio convinti che sia nell'interesse del Paese tenerci questo capo di governo ancora per molto??

Emma Marcegaglia ha dichiarato : «Non scassare le istituzioni. Il governo vada avanti, niente elezioni» «Dobbiamo salvaguardare il capo dello Stato, ma nessuno approfitti dell'esito del Lodo Alfano per delegittimare governo»

Ma io chiedo: Chi è che "scassa" le istituzioni? Non è proprio il premier?

Tutelare le istituzioni è giusto, ma anche le istituzioni, cioè chi le rappresenta e incarna, devono tutelare i cittadini e rispettare le leggi, secondo i principi e l'equilibrio tra i poteri fissati nella Costituzione. Se qualche rappresentante delle istituzioni travalica i suoi poteri,ci devono essere gli strumenti, legittimi, per fermarlo. E questo la Consulta ha fatto. Non so se abbiamo bisogno di elezioni in questo momento, di certo avremmo bisogno di un governo e di un capo di governo serio e capace. E il signor Berlusconi, negli anni in cui è stato premier (1994-1995, 2001-2006, e ora dal 2008), non ha certo brillato, nè ha risolto alcuno dei problemi sociali ed economici decennali che ci assillano. La Marcegaglia stessa riconosce che "la pressione fiscale è a livelli mai visti", la "gestione della sanità al sud è scandalosa”, per non parlare del discredito che i comportamenti pubblici e privati del premier e le sparate di Bossi in quest'ultimo anno hanno gettato sull'Italia. Mi sembra che anche da parte degli imprenditori e del centrodestra non ci sia nulla di cui essere orgogliosi o soddisfatti. Vorrei chiedere alla Marcegaglia e ai suoi soci: vale la pena sostenere ancora quest'uomo che sta dando solo del danno? Non vi state assumendo una grave responsabilità verso il Paese?

E questo sarebbe il miglior capo del governo in 150 anni?

Ma come si fa a difendere ancora un uomo simile? Ogni giorno viene l'ennesima conferma delle affermazioni della moglie(quasi ex) sul precario stato di salute del marito..Uno che si permette le battute da lui pronunciate contro la Bindi, oltre alla maleducazione congenita verso chi non è una velina o una "escort" compiacente, rivela anche uno stato di sovraeccitazione mentale estremamente pericolosa per chi dovrebbe guidare con saggezza e lucidità un nazione. Ripeto anch'io la raccomandazione di Veronica agli "amici " (io però li chiamo cortigiani): aiutatelo a curarsi o almeno darsi una calmata. E se andasse in pensione sarebbe un sollievo per tanti e non solo di sinistra.

mercoledì 7 ottobre 2009

Grazie alla Corte Costituzionale

Non sto sognando e sono ben desta. Mi sono data un pizzicotto per accertarmene; mi sono ascoltata tutti i Tg, compreso quello di Emilio Fede, e mi sono letta tutte le rassegne stampa on line per essere sicura del fatto. E' proprio vero: la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il lodo Alfano e il nostro premier è stato riportato , almeno per gli aspetti legali, al livello dei comuni mortali, cittadini italiani che per definizione della Costituzione sono tutti uguali senza distinzione.
Giusto ieri avevo scritto in un commento ad un "corsivo" di Mario Ajello, su il Messaggero:

"..... Alla Corte Costituzionale bisogna chiedere solo che si pronunci nel rispetto della Costituzione , per difendere princìpi essenziali e la dignità del paese, non per fare un favore alla destra o alla sinistra...." .

Con il pronunciamento di oggi, credo si possa dire che la Corte questi principi essenziali li abbia difesi, nonostante le pressioni esercitate da chi era preoccupato di difendere solo i suoi interessi personali.

Seguirà certamente una fase politica ancor più incattivita, perchè adesso il nostro capo del governo sentirà sempre più vicino il fiato della giustizia sul suo collo e tenterà ancora una volta il tutto e per tutto per sfuggire al momento di render conto delle sue tante responsabilità personali per le ben note vicende di corruzione.

Bisognerà quindi che tutte le forze di opposizione e anche la parte più ragionevole dei sostenitori dell'attuale maggioranza, stiano ben attenti a controllare che non si esca dal giusto binario della legalità e che non si tenti qualche altro colpo di mano per salvare a tutti costi un premier che sarà anche legittimato dal voto popolare, ma che si è rivelato indegno per molti aspetti a ricoprire il suo alto incarico .

Adesso non ci resta che sognare che il PD ritrovi unità e forza, che i suoi leader vengano illuminati da uno spirito santo laico che gli dia la saggezza necessaria per mettersi d'accordo su una linea alternativa al berlusconismo e con un leader che abbia autorevolezza e autorità per rendere credibile ed efficace l'azione di opposizione ora e l'aspirazione al governo del Paese domani.

Sarebbe anche utile che Di Pietro e l'Italia dei Valori, ai quali bisogna riconoscere il merito di aver fin da subito svolto una forte azione di opposizione e promosso la campagna che raccolse un milione di firme per un referendum contro il lodo Alfano, assumessero ora un atteggiamento di maggior apertura alla collaborazione col PD, senza pretendere l'esclusiva dell'"opposizione unica", per concordare una strategia comune per un obiettivo comune: riacquistare la fiducia degli elettori delusi e prepararsi per un miglior governo del paese.

Visto che qualche volta i sogni si avverano, chissà che anche questo sogno si possa avverare.

lunedì 5 ottobre 2009

A Minzolini la poltrona di ministro del Minculpop

Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sul ruolo di Augusto Minzolini nel primo canale della TV di Stato, con il suo intervento di sabato scorso nel TG della sera a commento della manifestazione per la libertà di stampa, credo proprio se lo sia tolto. Il posto di futuro ministro del Min.cul.pop. (ovvero Ministero della cultura popolare di mussoliniana memoria) se l'è guadagnato a pieno diritto. Bondi ha già il sostituto pronto a succedergli e con più grinta e cattiveria della sua.
Non avevo mai visto un "giornalista" , direttore di TG, fare un commento così piccato e stizzito, che trasudava rabbia da tutti i pori e livore dall'animo suo, per ridicolizzare e squalificare una manifestazione popolare e affollata indetta per di più da colleghi suoi e per difendere anche la sua libertà di espressione. E penso che non abbia fatto quell'intervento solo per compiacere il padrone che gli ha affidato tale prestigioso incarico, ma proprio perché deve provare tanto odio ora per il giornalismo libero e tanto rancore per i colleghi che sono andati in piazza a manifestare (e forse c'entra il fatto che un tempo fu un contestatore libertario, comunista, implacabile cacciatore di scoop, detto anche "lo squalo").
Ha ragione Giuseppe Giulietti, presidente dell'associazione Articolo 21, quando dice:

"Vogliamo ringraziare il direttore del Tg1 perché con il suo editoriale ha confermato come la libertà di informazione sia davvero a rischio ...... Nei paesi normali il coraggio si esprime nella capacità di criticare il potere. In Italia invece si misura nella capacità di inchinarsi di fronte al conflitto di interessi"

Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd ha commentato : "Il principale tg italiano abbandona, anche formalmente, ogni profilo istituzionale e scende in campo con una polemica contro una manifestazione di forze sindacali e di opposizione cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. Non ci sono precedenti di un simile stravolgimento di un telegiornale del servizio pubblico ..... Chiedo che la Commissione di vigilanza sulla Rai accerti se il direttore del Tg1 può darsi ad una militanza degna del miglior Fede".

Anche il rappresentante delle opposizioni in Commissione, Nino Rizzo Nervo, ha dichiarato alla stampa durissimo:

"Che il direttore del Tg1 si esibisse in un editoriale contro la libertà di stampa non mi meraviglia, essendo abituato soltanto alla libertà di nascondere le notizie. Il suo è stato un vero e proprio comizio contro la manifestazione di oggi, in verità meno efficace di quanto poco prima aveva detto il portavoce del Pdl Daniele Capezzone".

Anche il Presidente Garimberti ha criticato Minzolini, definendo "inusuale" o "irrituale" il suo intervento. Vedremo poi se a questi severi giudizi espressi a caldo seguiranno poi interventi politici coerenti e conseguenti, o se finirà tutto in una bolla di sapone.

E' significativo anche notare come tutti gli scudieri di Berlusconi , dai ministri ai galoppini che popolano i forum dei giornali per difenderlo e ripetere le solite tiritere contro i "sinistrati" si siano scatenati ultimamente come furie selvagge contro Travaglio, Santoro e Annozero. Evidentemente l'ordine di scuderia è : sparare ad alzo zero, non si fanno prigionieri, bisogna eliminare, o togliere i viveri, o rendere la vita impossibile ai pochi giornalisti che hanno ancora il coraggio di disturbare con inchieste e servizi autonomi chi ha il potere in mano e detiene già i due terzi del mondo della informazione e della comunicazione e vuole assoggettare anche il resto. Chi si presta, per sincera e spontanea convinzione, o per incarico ricevuto, a questa "missione" contro Travaglio, Santoro e i pochi altri giornalisti bravi e "pungenti", ha una ben strana idea della democrazia ; non sa, o non vuol sapere, che la libertà di critica e di informazione parlata e scritta è il sale, anzi l'ossigeno vitale per uno Stato che voglia restare democratico. Si lasci ai cittadini la facoltà di ascoltare, leggere, usare liberamente il telecomando e scegliere se credere a chi critica o a chi loda il potente di turno.

Mettere il bavaglio ai giornalisti è il sogno, e l'impegno, di tutti i dittatori e gli aspiranti tali.
Ben misera opera è quella di chi li aiuta, squali compresi.