giovedì 16 luglio 2009

L'enigma Napolitano

E' opinione corrente che non sta bene criticare il Capo dello Stato (e il papa...); non è educato , né “politicamente corretto” , secondo i canoni di bon ton un po' ipocriti vigenti soprattutto in casa PD, e , quando fa loro comodo, in casa PDL. Ma questo Napolitano le critiche se le tira proprio addosso come una calamita, un giorno sì e l'altro pure, con le sue quotidiane esternazioni parlate e scritte . Io non so se paragonarlo a una misteriosa mitologica Sfinge egizia , al classico dio latino Giano bifronte , ad un alto prelato di scuola Gesuita, ad un alto funzionario del komintern di osservanza togliattiana, o, più volgarmente e modernamente, ad un italico “cerchiobottista” (nel senso che tira un colpo al cerchio e uno alla botte) per dirla in dipietrese.

Esemplare nella lunga lista di comportamenti contradditori che io come cittadino gli addebito, è quest'ultima uscita di firmare una legge (il Decreto sulla sicurezza) e poi accompagnarla con una lettera al Governo ( e ai presidenti delle Camere solo "per conoscenza", se ho ben capito) che contiene una sfilza di critiche da far vergognare chi quella legge l'ha scritta. Ma non sarebbe stato più semplice e chiaro nei confronti dell'opinione pubblica , e corretto secondo il dettame costituzionale, non firmarla quella legge e rimandarla al Parlamento che l'ha approvata perché vi apportasse le opportune modifiche?

Che senso ha criticare e al tempo stesso firmare? Il nostro enigmatico capo dello Stato pensa così di accontentare contemporaneamente la maggioranza e l'opposizione? chi quella legge la vuole a tutti i costi (e la promulgazione l'ha già così ottenuta) e chi la considera una sciagura (e gli si dà il contentino del riconoscimento verbale della fondatezza delle critiche) ?

Personalmente credo che così scontenti tutti, e non renda un buon servizio all'Italia.


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